Nuova intervista in collaborazione con Use – Book Love per pubblicizzare autori che meriterebbero maggior visibilità.
Questa volta parliamo di Alberto Diamanti, autore de Il Giocoliere di Parole.
Partiamo con le domande di Roberta Marani:
Scrivere per te, è un mestiere, una mania, un passatempo o una necessità?
Per me scrivere è un hobby, che ho maturato in età adulta; ho cominciato a scrivere poesie in rima, per bambini, solo per caso, per scrivere delle cose per mio figlio, per trasmettergli dei pensieri che riconducono ai valori della vita.Il mio libro IL GIOCOLIERE DI PAROLE è essenzialmente questo: una raccolta di poesie per parlare con i più piccoli di pace, amicizia, solidarietà, rispetto e amore. Tutte le notizie sul mio libro IL GIOCOLIERE DI PAROLE si trovano nella pagina Facebook dedicata al libro : il libro è ordinabile su tutte le librerie on-line, ed in particolare su IBS
Da dove nascono i tuoi personaggi delle tue poesie per bambini?
Dalla fantasia; le cose che ho scritto hanno preso spunto da situazioni semplici, sulle quali ho costruito attorno delle storie che hanno sempre una morale dietro… nascosta sì, ma se si guarda bene si intravede.
Hai scritto anche una poesia su un ‘brigante fuorilegge’…
Ti riferisci alla mia ultima produzione, che, contrariamente al solito, non è una poesia per bambini ; è la storia vera di un brigante vissuto nell’Arezzo (la mia città) nella metà dell’Ottocento, diventato poi una leggenda popolare, dato che univa le caratteristiche di un ‘fuorilegge’ a quelle di una persona che voleva aiutare il popolo quando era vittima di soprusi.
Che cosa farai in futuro, hai già idee per i libri?
Per ora non ho intenzione di produrre altri libri, anche se con lo stesso libro e con inediti partecipo frequentemente a molti concorsi letterari, e devo dire, con mia grande sorpresa, nonostante l’attività ‘recente’ (ho cominciato a metà del 2013…) che ho vinto moltissimi premi (e tutt’ora mi stupisco veramente tanto di questo…). Questo è il link del mio editore (Narrativa Aracne) che rimanda al mio ‘curriculum letterario’
Hai mai con te penna e blocco per appunti per prendere note se ti viene un’idea?
No, questo no… però quasi tutte le cose che ho scritto sono nate da osservazioni di situazioni oppure di oggetti… ad esempio, la storia “IL GIRASOLE E IL PAPPAGALLO PREMUROSO”, è nata osservando, in macchina con mio figlio, il movimento dei girasoli dalla mattina alla sera.Invece ne “IL QUADRO E LO SCARABOCCHIO” la storia mette a confronto la semplicità di uno scarabocchio di un bambino con l’austerità di un quadro d’Autore (che diventano personaggi animati e ‘parlanti’), esaltando nel finale la bellezza anche di un semplice scarabocchio, proprio perché nato dalla mano di un bambino.
Ho notato che ti piace suonare…
La musica e suonare strumenti sono passioni che ho sin da quando ero bambino, e purtroppo mai coltivate appieno con insegnamenti specifici, nel senso che sono un autodidatta, e mi sono dedicato a questa passione fino all’età di 25 anni, per poi abbandonarla del tutto, per vari motivi. Dopo circa 30 anni di inattività, ci siamo ritrovati con altri due amici con cui suonavo nella prima metà degli anni ’80 (anche loro avevano smesso del tutto…) e abbiamo ricomposto parte del gruppo musicale ; facciamo prevalentemente gli stessi pezzi di allora (in più stiamo producendo altri pezzi nuovi) in chiave acustica, vale a dire con due chitarre acustiche (la mia e quella di Marcello Sadocchi) e con la voce di Maurizio Giustini (Autore di testi e musica).Ci siamo ritrovati per caso a fine 2014 ; nel corso del 2015 ed anche a gennaio 2016 abbiamo fatto dei concerti e live sia propri (ad Arezzo) che nell’ambito di incontri letterari (a Firenze) ospiti di MARZIA CAROCCI e ANNAMARIA PECORARO. Adesso, stiamo registrando i nostri pezzi in studio di registrazione ; questi, oltre a brani registrati ‘in prova’, possono essere visti ed ascoltati sul nostro canale youtube CORDE NUOVE (che è anche il nome del gruppo ricostituitosi a fine 2014) e qui trovate la pagina Facebook del gruppo.
Domande di Silvia Azzaroli
Sono rimasta molto colpita dai versi di “Un Brigante Made in Italy”. So che sono ispirati alla vera storia di Federico Bobini, detto Gnicche, il più famoso brigante di Arezzo.Perché hai deciso di scrivere su di lui? Cosa ti ha colpito? Conoscevi la sua storia fin da bambino oppure l’hai scoperta da adulto?
Questa storia racconta le gesta di un brigante vissuto nella metà dell’ottocento ad Arezzo (la mia città) ; seppur fuorilegge, l’animo in fondo buono (anche se con una maschera piuttosto arrogante e in fin dei conti assolutamente al di fuori delle regole…) lo portava ad aiutare la gente del popolo in difficoltà o quando era vittima di soprusi… Per questo, ed anche per il fatto che i gendarmi non riuscivano mai ad acciuffarlo (oppure evadeva quando lo prendevano…) è diventato una leggenda popolare.Ho scritto questa poesia di getto, un anno fa all’una di notte dopo avere visto una bellissima rappresentazione teatrale della LIBERA ACCADEMIA DEL TEATRO DI AREZZO su questa storia, che conoscevo solo a tratti, e che mi ha dato lo spunto per scrivere dei versi che sono poi stati illustrati dalla bravissima e famosa illustratrice di Milano, DEBORA PERSICO ; da questo, è nato un particolarissimo e-book, molto bello, intitolato “UN BRIGANTE MADE IN ITALY”, anche questo acquistabile in tutti gli stores on-line.
Vedo che hai una grande passione per versi e rime. Da cosa nasce? C’è un poeta in particolare a cui ti ispiri?
No, non ho preso ispirazione da particolari scrittori… per il fatto che scrivo (prevalentemente) per i bambini e in rima, mi hanno accostato (con mia grandissima sorpresa ed onore) anche a grandi del passato (ad es. Rodari)
E ora qualche domanda su “La formichina giramondo” anche questa in versi, vedo.Perché una storia sugli insetti e su una formica in particolare?Ti sei ispirato a qualche film famoso, tipo Z la formica? Sai che mi hai fatto pensare anche all’Ape Magà, anche lei giramondo. Te la ricordi? Ti sei ispirato un po’ a lui? Sì perché l’ape Magà è una lui, nonostante il nome.
Anche per questa poesia, illustrata dalla bravissima illustratrice LUANA PIOVACCARI, l’ispirazione è stata molto veloce e nata sull’osservazione di una cosa semplice : stavo guardando un planisfero dove era disegnato tutto il mondo, e allora mi è venuta l’idea di una formichina che, desiderosa di vedere il mondo fa il suo lungo viaggio.E nel finale si scopre che lo fa… su un mappamondo!
Ti piace scrivere per i bambini? Li senti un pubblico più attento alle tue storie?
Come ho detto prima, la motivazione della ‘scrittura per i bambini’, è nata essenzialmente dalla volontà di scrivere delle cose per mio figlio, che con mia moglie ho adottato pochissimi anni fa, in Russia… Ho avuto modo di leggere ai bambini le mie poesie al “Festival del Libro per Ragazzi” che si è svolto a Cortona nel Marzo del 2015… e devo dire che… erano attentissimi e coinvolti… e quindi non c’è cosa più bella !
Da dove deriva il titolo del libro IL “GIOCOLIERE DI PAROLE”? C’è un racconto che preferisci di questa raccolta?
Il “giocoliere di parole” sono io… un padre che racconta delle storie a suo figlio per farlo addormentare (la prima poesia del libro si intitola così e parla proprio di questo…); come un giocoliere di strada, che gioca con le palline colorate per far divertire i più piccoli, io prendo le parole, le butto per aria, le riprendo e arruffandole tutte insieme ne escono delle storie per parlare con l’infanzia dei valori della vita ; in un mondo dove l’informazione corre velocissima (e talvolta in modo molto superficiale…), occorre prendersi del tempo per parlare con i più piccini, perché saranno loro i ‘timonieri’ del mondo di domani !
Domande di Simona Ingrassia:
Scrivi le tue poesie di getto, sotto la spinta dell’ispirazione, oppure è un processo più ponderato, più studiato a tavolino?
Le mie poesie del libro, ma anche gli inediti, non sono stati creati a tavolino, ma come ho già detto in precedenza, sono nati sempre in base all’osservazione diretta della realtà e delle situazioni, e quindi rappresentano una realtà spontanea, ma sempre vista con gli occhi di un bambino, quindi semplice, e non ‘contaminata’ dal complicato ‘mondo degli adulti’.